Roberto Renga (foto da www.leonardo.it)
Come tifoso-radioascoltatore e appassionato della Roma non ho mai nascosto di "non amare" particolarmente l'ex giornalista (pensionato?) de "Il Messaggero", Roberto Renga.
Chi mi conosce, lo sa benissimo. Non sopportavo quel suo buonismo a tutti i costi, quell'aria di "chi so tutto io", ma soprattutto intravedevo spesso tantissime contraddizioni quando parlava della "mia" Roma. Raccontava tutto e niente, una tecnica molto usata da alcuni giornalisti per non trovarsi mai dalla parte del torto. Ancora oggi ricordo "le guerre dialettiche" con Alessio, un mio carissimo amico tifoso giallorosso e difensore a spada tratta del buon Renga.
Ma quando ho letto la notizia di oggi su "La Repubblica" che a questa "strana associazione" avrebbe partecipato anche tale Mario "Marione" Corsi, noto radio-speaker dell'etere romana che conduce la trasmissione di successo dedicata ai romanisti "Te La Do Io Tokyo", non volevo credere ai miei occhi. Sono e resto molto perplesso.
Qui c'è qualcosa che non quadra: seguo le trasmissioni di Marione da circa 15 anni e non ricordo mai di aver udito, anche di recente, una sola parola gentile nei confronti di Roberto Renga, anzi! Non ricordo neanche se il giornalista sia mai intervento radiofonicamente alla trasmissione di "Marione". Di sicuro sono due persone completamente opposte, da qualsiasi punto di vista. Vederli insieme che tramano contro i dirigenti giallorossi, mi viene molto, ma molto difficile. Dal punto di vista giornalistico, entrambi non sono particolarmente contenti di Luis Enrique, ma chi non lo è? Non basta certo questo per renderli "complici".
Pertanto, qui sono due le cose: o "Marione" è un grandissimo attore e ci ha ingannato talmente bene che in tantissimi anni non abbiamo mai capito niente, oppure il giornalista de "La Repubblica" ha fatto un pò di confusione!
Riporto qui "alla lettera" quanto pubblicato da "La Repubblica" e sono veramente curioso, come sportivo e tifoso della Roma, di vedere come andrà a finire questa "buffonata alla romana":
IL CASO
Falsi dossier contro la Roma, truffa stile Totò
cronista sportivo e speaker indagati
Un giornalista e il conduttore di una radio privata della capitale hanno provato screditare l'immagine pubblica del dg giallorosso Franco Baldini e dell'avvocato Mauro Baldissoni, la Digos li smaschera: ora sono tutti sott'accusa per diffamazione
di CARLO BONINI Fai presto a dire "Progetto". E hai voglia a spiegare agli americani dove sono finiti. La "As Roma" sarà anche "bostoniana". Ma Roma, resta Roma. E passerà del tempo prima che Trigoria si liberi dell'assedio miserabile di questuanti e diffamatori. Dal berciare di certi "opinionisti" (si fa per dire), dal risentimento degli "esclusi" dalla nuova proprietà. Storia delle ultime due settimane. Roba stracciona da "soliti ignoti", risolta da un'indagine della Digos coordinata dal Procuratore capo reggente Giancarlo Capaldo.Alla vigilia dell'ultimo derby, la "Iena" Paolo Calabresi viene avvicinato da un giornalista ormai in pensione, Roberto Renga, già "firma" di Paese Sera e Messaggero, portata in palmo di mano dalla vecchia proprietà. L'uomo dice di avere documenti in grado di devastare l'immagine pubblica e privata di Franco Baldini, direttore generale del club, e di Mauro Baldissoni, avvocato membro del cda. Si tratta di "trascrizioni di sms" - farfuglia, mostrando due fogliacci compilati a mano libera da chi sa chi - che dimostrerebbero (pensate...) che i due sono massoni (come indicherebbe un umoristico anagramma, "tfa", triplice fraterno abbraccio) e che, naturalmente, il nuovo gruppo dirigente fa "la cresta" sul calciomercato.
La "Iena" cui il falso appare macroscopico, registra di nascosto la conversazione. Il nastro finisce alla Digos, dove vengono ascoltati come testimoni Baldini, Baldissoni
e il ds Walter Sabatini. Nella stangata "stracciona" - accerta rapidamente l'indagine con pedinamenti e testimonianze - Renga ha dei compagni di merende. Suo figlio Francesco e un paio di voci delle radio libere. Giuseppe Lo Monaco e Mario Corsi, detto "Marione". Un tipo con un passato neofascista che, da anni, usa il microfono come un randello. Ora sono tutti indagati per diffamazione. Mentre la Digos, pochi giorni fa, ha bussato a casa Renga, dove ha recuperato le prove del falso da "soliti ignoti". Dunque, chi vive a Roma, oggi accenda la radio. Ci sarà da ridere. O da piangere. Dipende dai punti di vista.
(17 marzo 2012)