domenica 13 maggio 2012

Addio Luis, ma hai sbagliato tutto.

Io vado controcorrente, come al solito. Luis Enrique ha ufficialmente lasciato la guida tecnica dell'AS Roma. Oggi l'ultima partita sulla panchina giallorossa e dopo tutti in vacanza: lui ha deciso di fermarsi un anno e secondo me fa benissimo. Dovrebbe utilizzare questo tempo per meditare sul suo futuro. Rivedere tutte le figuracce rimediata in questa stagione e fare tesoro dei suoi incredibili (e numerosi) errori tattici. Mi viene da ridere quando leggo i commenti pro-Luis Enrique; freddezza e felicità sono state espresse quando mollarono Luciano Spalletti e Claudio Ranieri, che avevano fatto molto meglio di questo maestro di educazione fisica che avrebbe fatto la felicità dei Boy-Scout se non avesse deciso di fare l'allenatore di calcio.

Leggo cose assurde. Ma quale colpa di Baldini? Un dirigente di calcio può fare un errore nella scelta dell'allenatore. Quante volte è capitato? Allora a Sensi che avremmo dovuto fare quando ha portato a Roma prima Carlos Bianchi e poi, ancora peggio, Carletto Mazzone che a parte il derby del 3-0 in tre anni non ha fatto assolutamente niente. E allora il d.g. bianconero Marotta, dopo aver fatto ingaggiare Del Neri? Parliamo di cose serie e cerchiamo di essere obiettivi.

Baldini ha commesso un grave errore nel scegliere un tecnico impreparato alla guida di una piazza cosi esigente come quella giallorossa, ma gli va anche attribuito il merito di aver avallato l'acquisto di ottimi giocatori come Pjanic, Osvaldo, Lamela, Marquinho, Gago, Stekelenburg... 

Il pensiero di alcuni opinionisti sportivi che Baldini debba pagare per questa stagione fallimentare, è abnorme e completamente fuori da ogni logica. Certo che se si dovesse presentare con un altro "santone" a Trigoria, allora alzerei per primo le mani e sarebbe lecito mettere discussioni le sue capacità dirigenziali, e chiedersi se la sua lunga permanenza fuori dall'Italia lo abbia in un certo modo "cambiato".

Il problema è stato soltanto Luis Enrique e le sue scelte che non stavano ne in cielo e ne in terra. Ieri ho visto la finale di Coppa di Germania tra i ragazzini del Borussia Dortmund, e i senatori "straricconi" del Bayern di Monaco. Una lezione tattica dei ragazzini della Ruhr, che hanno sfiancato i bavaresi con un sonoro 5-2. Pressing alto e raddoppi sul portatore di palla, come piaceva a Luis Enrique....però, niente tic-toc, ma verticalizzazioni rapide, giochi costanti sulle fasce, 3 difensori in linea che, se in pericolo, sparavano la palla in tribuna! L'unica regola? Non importa da dove arrivava la palla, pressing! La stessa filosofia, mostrata in Italia soltanto dalla Juventus e dal Pescara di Zeman, in testa alla classifica nel campionato di Serie B.

Voglio pensare che Luis Enrique si sia reso veramente conto di quello che "non stava combinando" e che abbia lasciato la guida della squadra giallorossa per non danneggiarla ancora di più. Il fatto che abbia rinunciato ad un anno di stipendio, non m'interessa minimamente. Prima di lui lo hanno fatto Prandelli, Spalletti e Claudio Ranieri. Quindi non è una sua esclusiva.

Lui è il maggiore responsabile del fallimento sportivo dell'AS Roma: lui ha avallato ogni acquisto, lui ha deciso di "non" utilizzare terzini di ruolo, è lui che impostava la tattica di gioco che i giocatori cercavano minuziosamente di applicare rimediando 14 sconfitte in una sola stagione, è lui il tecnico della Roma che dopo 15 anni è fuori dall'Europa, è lui che ha perso malamente due derby in una stagione, è lui che ha messo fuori Totti all'inizio stagione preferendogli un giocatore di Serie B come Stefano Okaka, e lui che mette Perrotta in campo trequartista dopo averlo ripudiato tatticamente, e lui a sbattere Daniele De Rossi in tribuna dopo 5 minuti di ritardo, neanche fosse un pivello della Primavera, è lui, lui e sempre lui in tutto.

Nel complesso è sicuramente una brava persona, ma se non rivede il suo approccio sul lavoro, non diventerà mai un grande allenatore.

Se dopo un anno al proprio esordio in un campionato importante, uno si prende un anno di riposo, significa che non è pronto a confrontarsi a certi livelli. 

Nella stagione di Luis Enrique, dal punto di vista sportivo, c'è proprio poco o nulla da salvare: 52 gol sono impressionanti, 4 volte subire 4 reti. Non importa molto chi prenderà il suo posto, chi viene, non potrà fare peggio del "santone" spagnolo. I giocatori ci sono e sono molto validi: con l'aggiunta di altri 5-6 calciatori importanti, specialmente sulla fascia, la Roma già dalla prossima stagione potrà tornare protagonista.


domenica 6 maggio 2012

Fallimento. Chi paga?


E' successo quello che doveva succedere. L'Inter vince il derby, consegna lo scudetto alla Juventus e la Roma dopo 15 anni è fuori dall'Europa. E adesso come la mettiamo? Doveva essere un'anno di transizione, d'accordo, però nessuno poteva veramente pensare che la Roma non avesse almeno centrato la qualificazione in Europa League. Oh si?

A parte Milan-Juventus, ma le altre squadre davanti alla Roma, sono realmente "più" forte di noi? Se giochiamo al gioco delle figurine, siamo sicuri che le Quaglie di Diakite e Kozac, o il Napoli di Britos, Gargano e magari anche l'Udinese degli sconosciuti, siano qualitativamente "migliori" dei giallorossi? 

La Roma di Pjanic, Gago, De Rossi, Osvaldo, Lamela.... non credo che sulla carta sia inferiore alle squadre che la precedono in classifica (non dimentichiamo che manca una giornata alla fine, ed il Parma dei ragazzini ha gli stessi punti dei giallorossi:  e questo è clamoroso). Allora dove sta il problema? 

Claudio Ranieri, l'allenatore tanto discusso della passata stagione, quello che ha vinto 3 derby su 3, quello che è stato "boicottato" da Pizarro "Il Malato Immaginario" & soci, e licenziato a sei giornate dal termine per "aver seriamente compromesso" la partecipazione della Roma in Champions League... quella Roma, tutto sommato, si qualificò almeno per l'Europa League. Furono tutti d'accordo: quella Roma, partita favorita per il tricolore, aveva fallito una stagione.

E adesso? Di cosa possiamo parlare? Fuori da tutto. Anche dall'Europa dei piccoli. Di chi è la colpa?


Il primo colpevole è senza alcun dubbio Luis Enrique, per i seguenti motivi:

- ha avvallato l'acquisto di ogni singolo calciatore dell'estate scorsa,  pertanto l'eventuale giustificazione riguardante la rosa non idonea non può essere presa in considerazione;
- ha sempre utilizzato un solo modulo di gioco, in quanto, per sua ammissione, crede esclusivamente in quello;
- è seriamente convinto che tutti i calciatori siano uguali o comunque sostituibili, importante è seguire i compitini che distribuisce con aria da professore scolastico; secondo il suo credo Perrotta a fine carriera può anche fare il terzino, Okaka può sostituire Totti, Taddei è come Cafù, Cassetti può fare il difensore centrale, De Rossi può giocare in difesa mentre Heinze può accomodarsi in panchina, due centravanti possono giocare insieme (Borini-Osvaldo) lasciando i trequartisti in panchina (Lamela-Pjanic);
- è talmente convinto che tutti i calciatori siano uguali, che De Rossi, considerato tra i primi centrocampisti al mondo nel suo ruolo, per 10 minuti di ritardo è stato fatto accomodare in tribuna per assistere alla figuraccia contro la Fiorentina (un club che si è salvato dalla retrocessione alla penultima giornata!), oppure come nel match difficile di Catania, di schierare un primavera all'esordio come Piscitella, per lasciare in panchina un calciatore come Bojan, che per riscattarlo la Roma "dovrebbe" versare 40 milioni di Euro;

Il secondo colpevole è la società, ovvero quel o quei dirigenti che hanno portato Luis Enrique a Roma.

Roma vs Catania: Supertotti e tanti fischi

L'ultima partita davanti a propri tifosi rispecchia completamente la Roma di quest'anno: il solito Totti, e i soliti fischi. Il Capitano sbaglia un rigore e si riscatta con una splendida doppietta che però non servirà molto al risultato: 2-2 e addio sogni d'Europa. A Luis Enrique non riesce proprio niente. Tra l'altro la Roma di quest'anno è un film già visto. Tanto possesso palla e sempre lanciata in attacco. Non conosce mezze misure. Ancora una volta Luis Enrique insiste sulla coppia d'attacco inedita e "malfunzionante": Borini-Osvaldo. Ha dichiarato nel dopo partita che sarà onesto con se stesso, e se capirà che non potrà dare "qualcosa di positivo" a questa squadra, si dimetterà. Ma come può dare qualcosa di "positivo" se commette in continuazione gli stessi errori? La Roma è diventata più equilibrata in campo mettendo il Catania alle corde, proprio con l'uscita di uno dei due centravanti (Osvaldo), sostituendolo con Bojan Krcic. Era già accaduto altre volte, eppure ha riproposto sempre la stessa coppia in attacco.

Il tecnico spagnolo sembra "un pesce fuor d'acqua" e lo ha ammesso lui stesso anche in conferenza stampa nel dopo partita: chiedendosi se fosse realmente in grado di guidare un grande club dove pressioni e stress sono all'ordine del giorno.

Sabatini si sta guardando intorno, e fa bene. Capello, Villas Boas, Prandelli... i nomi più gettonati dai giornalisti sportivi. Zeman e Montella il sogno dei tifosi, Alberto De Rossi la soluzione interna... 

Totti difende Luis Enrique ed assicura che la squadra, tutta, sta dietro il tecnico asturiano. Come dagli torto? Credo che nella Roma mai un allenatore abbia fatto allenare "cosi poco" i calciatori come fa lo spagnolo. Mentre la Juventus va in ritiro, i giallorossi si presentarono a Torino qualche ora prima dell'incontro. Sarebbe questa la professionalità di un club di Serie A? 





mercoledì 2 maggio 2012

Luis Enrique, è davvero finita?

A Roma non si parla d'altro. Questa mattina in tutte le radio sportive romane rimbombava la notizia che Luis Enrique avrebbe già comunicato alla società giallorossa, le sue intenzioni di non continuare una seconda stagione alla guida della Roma. 

Coerente con il mio pensiero, confermo che non vedo l'ora di prendere atto dell'addio di Luis Enrique come allenatore della mia squadra del cuore. La persona non si discute. Precisa, educata, elegante e trasparente. Ma come tecnico, non ho alcun dubbio: non è assolutamente adeguato per il campionato di Serie A. Tanti gli errori commessi da Luis Enrique. Troppo fondamentalista nel pensiero e non approverò mai un tecnico che mette il suo credo calcistico davanti alla qualità dei singoli calciatori.

Nella "non-partita" di Chievo, giocata ieri su un campo impraticabile, malgrado lo 0-0 ho avuto l'ennesima conferma di quello che ho sempre pensato sulle "visioni" dello spagnolo: Kjaer, fino a ieri etichettato come uno dei "più grossi" bidoni di questa stagione (la ciliegina è stata il derby regalato alle Quaglie), contro il Chievo è stato il migliore in campo. Come mai questa inversione? Semplice. Con un campo di calcio più adatto alla pallanuoto, il difensore danese non ha dovuto seguire i soliti compitini che Luis Enrique distribuisce ai giocatori prima di ogni gara, e pertanto è tornato a fare il difensore come da manuale del calcio. La cosa gli è riuscita benissimo. Vuoi vedere che con una classica difesa a quattro, fatta di due centrali e due terzini, ci ritroviamo un grande difensore in casa? 

Nessuno mi toglierà mai la convinzione che ogni allenatore dovrebbe schierare in campo una formazione sulla base dei calciatori disponibili in quel momento, e non viceversa. 


Chi pensa l'opposto, è un illuso.

Il problema adesso sarà quello di trovare un allenatore valido per una piazza importante come quella di Roma, senza commettere gli stessi errori di sopravvalutazione. Il primo nome che è uscito sui giornali è quello dell'ex Chelsea, il portoghese Villas Boas. Il suo biglietto da visita non è proprio dei migliori: dopo un periodo da vice di Mourinho nell'Inter, ha ottenuto risultati importanti con il Porto (scudetto ed Euro League), ma poi è arrivato il clamoroso fallimento con il Chelsea, "sbeffeggiato" con la finale di Champions League raggiunta dalla squadra londinese soltanto dopo il suo esonero. Qualche mese fa doveva prendere il posto di Ranieri nell'Inter, ma qualcuno ha scritto sui giornali "che le sue richieste economiche fossero troppo onerose". Allora come sia possibile che adesso accetti di venire a Trigoria? 

Tra meno di 10 giorni terminerà finalmente questo deludente campionato, e cosi come ha detto oggi il direttore sportivo Sabatini "Cinque minuti dopo l'ultima gara sapremo se Luis Enrique ha deciso di lasciare la capitale".