sabato 31 dicembre 2011

Bye Bye Borriello

Adesso è ufficiale: Borriello, che ho "simpaticamente" ribattezzato "Belen", è un giocatore della Juventus.

L'ex centravanti del Milan è stato ceduto in prestito per una cifra che si aggira ad 1 milione di Euro con il diritto di riscatto a favore dei bianconeri fissato a 7,5/8 milioni di Euro. 

Sicuramente un affare per entrambi. La Juventus acquista (anche se in prestito) un attaccante valido che potrà utilizzare per contrastare il Milan nella lotta allo scudetto, mentre i giallorossi  incassano 1 milione di Euro per un giocatore "inutilizzato" e magari con un pò di fortuna, a giugno, potrebbero rientrare anche quei soldi spesi soltanto un anno fa per portarlo a Roma a furor di popolo.

Anch'io, come credo la maggioranza dei tifosi romanisti, ha esultato quando Pradè riuscì a strapparlo alla Juventus soltanto un'estate fa; ero veramente convinto che insieme a Vucinic avrebbe formato un attacco formidabile. Il mio ottimismo era alle stelle.

Tuttavia, un anno dopo devo ammettere che per me Borriello rappresenta una delusione dal punto di vista sportivo;  la colpa non è certamente del tecnico, perchè Ranieri l'anno scorso ha fortemente creduto in lui, mentre Luis Enrique ha fatto le sue scelte e non lo vede nel suo modulo di gioco. Non è nemmeno colpa sua, ma di noi tifosi appassionati di calcio che spesso ci facciamo abbagliare da fattori completamente esterni a questo sport e non riusciamo a dare le giuste valutazioni di un calciatore. Borriello non è mai stato un "Top-Player" ma veniva trattato come tale. Non è mai stato titolare in un grande club e perchè allora avrebbe dovuto esserlo nella Roma? Mirko Vucinic  è stato bollato come "mezza-pippa", inconcludente, uomo dai gol impossibili: qualcuno è arrivato ad incolpare lui come maggiore indiziato per la mancata qualificazione in Champions League. Il fatto che Mirko Vucinic, dopo Falcao, sia stato lo straniero più forte che abbia mai indossato la maglia giallorossa, non è passato per la mente a nessuno, o forse a pochi. Una volta bastava fare un mezzo gol al derby per entrare nel cuore dei tifosi, lui che di gol alle Quaglie ne ha fatti 10 tra Lecce e Roma, che ha battuto da solo il Chelsea, suo il gol vincente nell'unica vittoria contro il Manchester United, lui era l'ammazza Milan, ha eliminato da solo la Juventus in Coppa Italia, con il suo ingresso in campo ha fatto impazzire il Real Madrid al Bernabeu, quel gol al 90 minuto a volo contro l'Inter ancora mi fa impazzire al solo pensiero, e pensare che negli ultimi anni per due volte abbiamo sfiorato il tricolore, proprio grazie a due stagioni divine del montenegrino.... eppure nella convinzione del tifoso giallorosso Borriello, che nella sua lunga carriera ha fatto la metà di quello che ha fatto Vucinic, è considerato più forte e più importante del campione di Niksic: valli a capire (sich!).

Non voglio discutere le qualità del giocatore, ma se andiamo a dare un occhiata al suo "curriculum" è difficile immaginare che stiamo parlando di un centravanti che dovrebbe fare la differenza in ogni club importante di Serie A:

(1) dal 2003 ad oggi ha raccolto oltre 242 presenze in Serie A, ma soltanto 69 reti: una media gol da centrocampista offensivo piuttosto che da "bomber" acclamato (fa molto riflettere che Daniele De Rossi, che di mestiere non fa ne l'attaccante e tantomeno il centrocampista offensivo, dal 2002 ad oggi ha raccolto 373 presenze e 45 reti: non vedo tutta questa differenza).

(2) un "Bomber" per potersi definire tale, dovrebbe almeno essere in grado di garantire una media di 15-20 gol a stagione, indipendentemente con quale maglia scende in campo; bene, Borriello può vantare soltanto due stagione da vero bomber (19 reti con il Genoa e 14 con il Milan nel 2009); molto pochi per essere insignito con il titolo di "salvatore della patria";

(3) nella stagione migliore giallorossa ha realizzato 11 reti in 34 presenze, malgrado la fiducia incondizionata di Ranieri, e pensare che Osvaldo a metà campionato è già arrivato a quota 7 (direi anche 8, se si considera quel gol capolavoro annullatogli ingiustamente).

Il giudizio a voi, per quanto mi riguarda un solo rimpianto: aridateme Mirko Vucinic!!!

Calcioscommesse: Lazio, quando il vizio resta

Sfogliando alcuni siti su internet ho trovato interessante un articolo di Giuseppe Parente su nottecriminale.wordpress.com che ho voluto integralmente riportare sul mio blog, perché rispecchia in tutto il mio pensiero (da tifoso) sulla "presunta" prima squadra della Capitale, la SS Quaglie;  questo anche in riferimento dell'ennesimo scandalo che primeggia in questi giorni su tutti i quotidiani nazionali, grazie alle eccellenti indagini della polizia italiana e coordinate dalla Procura di Cremona, che ha scoperchiato un'organizzazione criminale internazionale specializzata in frode sportiva (che ha portato all'arresto anche dell'ex calciatore di Atalanta e Nazionale, Cristiano Doni).


Una cosa comunque m'incuriosisce molto: tutte le volte che c'è di mezzo "una stranezza" nel calcio italiano, la società delle "Quaglie", direttamente o indirettamente, è sempre coinvolta.


Comunque, questo articolo non è recente, eppure, leggendolo, sembra più aggiornato che mai. Il giudice sportivo ha già chiesto copia degli atti alla Procura di Cremona e mi auguro che questa volta, a differenza di "Calciopoli" di 6 anni fa, non venga "graziato" nessuno; niente tarallucci e vino! Altro che ripescaggi! Non vogliamo sentire parlare di "attenuanti" e soprattutto evitare qualsiasi tentativo di prescrizione di reato! Devono pagare "pesantamente" giocatori, dirigenti e società coinvolte: anche dal punto di vista della responsabilità oggettiva, e nella giusta misura, se c'è stato un vantaggio in classifica a favore di una società di calcio, anche di un solo punto, c'è l'obbligo morale di dover pagare un prezzo alla giustizia sportiva.


Non si deve mostrare alcun segno di pietà: nel mondo del calcio girano tantissimi soldi. Nulla da invidiare, ci mancherebbe altro. Queste sono le regole del mercato libero, e ben vengano. Il calciatore è un artista: più acclamato è l'uomo, più soldi girano sul proprio conto. Ma è altrettanto un insulto per l'uomo comune, che lavora 12 ore al giorno, vedere un "ragazzo 30enne", che va in giro con il Porsche Cayenne e con l'unica fatica quotidiana di recarsi in un centro allenamenti di lusso, per poi finire a corrompersi, prostituirsi al mercato clandestino delle scommesse, arrivando a truffare la passione di un tifoso? 


Questi imbecilli dimenticano molto presto che siamo noi tifosi con i nostri biglietti costosissimi per andare allo stadio, con il nostro abbonamento alla tv-digitale, le nostre costosissime maglie che indossiamo allo stadio a far si che tu, bambino viziato, puoi andare in giro con quella Porsche Cayenne!


Nessuna pietà. 


Eppure come è possibile che un calciatore professionista si faccia corrompere? Non ha nulla da preoccuparsi, perché anche il calciatore "più sfigato" di Serie A o B, se proprio non riesce a fare carriera da allenatore o dirigente sportivo, se proprio non lo vuole nessuno nemmeno nel Burundi, ci sta sempre qualche radio o tv nazionale/locale pronta ad offrirgli un bel contratto "di collaborazione" da potersene stare tranquillo a casa senza troppa fatica. Sono nati fortunati, privilegiati, beati loro e va bene cosi... però, chi sbaglia deve pagare e senza indulgenza.


Dossier calcio scommesse: quando il lupo perde il pelo ma non il vizio…
Lo scandalo del primo calcio scommesse colpì profondamente il calcio italiano
 nella stagione agonista 1979-1980.
Allora, furono coinvolti giocatori, dirigenti e società partecipanti ai 
campionati di serie A e B,con l’accusa di aver truccato le partite
 di campionato attraverso scommesse clandestine che, per la
 Federazione Italia Gioco Calcio, rappresentavano casi di illecito sportivo.
Le società coinvolte nell’inchiesta furono in serie A, il Milan, la Lazio, 
il Bologna, l’Avellino, il Perugia ed il Pescara, in serie B, il Palermo ed
 il Taranto.
L’unica società sportiva che fu prosciolta dall’inchiesta fu il Pescara.
Lo scandalo di quella stagione sportiva 1979-19890 ha il triste record di
essere il primo grande scandalo di illeciti sportivi e partite truccate
nella storia del calcio italiano.
A dire il vero, anche a livello di federazione ci furono grossi sconvolgimenti. 
Infatti il presidente federale Artemio Franchi, che all’epoca ricopriva anche 
il prestigioso ruolo di presidente dell’Uefa, decise, proprio a causa di quanto
 stava avvenendo, di rassegnare le dimissioni dalla carica che ricopriva.
 Tutto questo avveniva a soli tre mesi dall’inizio del Campionato Europeo
di calcio che si sarebbe disputato proprio in Italia. Il tutto senza evitare
 le negative conseguenze di visibilità: il nostro calcio perdeva credibilità
 in Italia e soprattutto all’estero.
Alle diciassette di domenica 23 marzo 1980, il calcio italiano, con le sue
 storie, i suoi campioni, i suoi miti, la sua retorica fu sbattuto in galera.
 Quando i carabinieri a quell’ora si presentarono nei più
 importanti stadi, dove venivano disputate le partite di serie A, per
 ammanettare alcuni tra i più famosi calciatori del principale
campionato professionistico italiano, fu chiaro a tutti che non si era
 di fronte al cartellino giallo.
Per gli italiani era la fine dolorosa di una passione, la scoperta di un tradimento, peggiore anche di quello della propria amata, moglie o fidanzata che sia, l’amara conferma di un sospetto al quale non si voleva credere. D’altronde non si trattava di una partita truccata ma di un incredibile intreccio di combine che vedeva coinvolta mezza serie A.
Il gioco del calcio, amato da quegli Italiani che per passione si sentivano tutti presidenti di squadre di serie A e selezionatori della nazionale Italiana di calcio e che riempiva le domeniche di milioni di tifosi dentro e fuori gli stadi, incollati alla tv o sulle frequenze della radio, grazie al riuscitissimo programma “Tutto il calcio minuto per minuto” si rendevano conto che era tutto una farsa.
L’irruzione dei carabinieri negli stadi non fu il classico fulmine a ciel sereno, in quanto tre settimane prima, il 1 marzo 1980, Massimo Cruciani, commerciante di frutta all’ingrosso, in preda ad una forte crisi di nervi e pronto al tracollo economico, si era confessato al cospetto di un magistrato della procura della Repubblica di Roma.
Al magistrato racconta che le sue disgrazie cominciarono quando Alvaro Trinca, proprietario del ristorante “Le Lampare” gli presentò alcuni suoi clienti: i calciatori della Lazio, Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori.
Per Cruciani, appassionato di calcio ed amante delle scommesse fu, sembra proprio il caso di dire, un gioco da ragazzi fare amicizia con i 4 giocatori della Lazio, gli stessi che, stando alle sue confessioni, gli dissero che truccare i risultati delle partite di campionato era possibile: si poteva scommettere risultando sicuramente vincitori. Il Cruciani decise allora di intraprendere una serie di attività di gioco d’accordo con i 4 amici calciatori e con eventuali altri che si sarebbero dichiarati disponibili.
Il giochino delle partite combinate era molto facile: alcuni calciatori della due squadre in campo si mettevano d’accordo per aggiustare una partita, si puntava una bella somma al totonero e si divideva il gruzzolo in caso di vittoria.
Ma in realtà quel giochino delle partite combinate diventa, per Cruciani, un gioco molto pericoloso: in poco tempo, viene raggiunto da una serie di intimidazioni e minacce e viene ridotto economicamente sul lastrico.
Il Cruciani prende contatti con Magherini, un giocatore del Palermo, al fine di combinare il risultato della partita Taranto-Palermo che sarebbe dovuta finire con un pareggio. Lo stesso Magherini, tramite Cruciani punta 10 milioni sul pareggio.
Contrariamente ai patti, la partita viene vinta dal Palermo. In questo strano mondo del calcio scommesse, spesso capita che qualcosa vada storto per cui al posto del previsto pareggio, organizzato da alcuni giocatori delle due squadre, vince la squadra fuori casa.Il mancato pareggio tra Taranto e Palermo costa al Cruciani i 160 milioni che aveva puntato, sicuro di una facile vincita.
Cruciani in poco tempo è rovinato da perdite di centinaia di milioni e gli allibratori clandestini non mancano di minacciarlo.
Cruciani di fronte a questo quadro della disperazione, trova il coraggio di denunciare tutto all’autorità giudiziaria.
Di seguito il testo originale dell’esposto presentato da MASSIMO CRUCIANI, scommettitore «beffato», alla Procura della Repubblica di Roma: un’autentica bomba innescata per il calcio italiano
Ill.mo Signor Procuratore, io sottoscritto Cruciani Massimo nato a Roma, il 15-8-1948, sottopongo alla cortese attenzione della S.V. Ill.ma il seguente esposto, i fatti sottoelencati sono necessariamente scarni data la estrema complessità della vicenda; per cui, nel pormi a completa disposizione della S.V. Ill.ma fornirò in prosieguo tutti i dettagli che la S.V. medesima riterrà utili ai fini dell’indagine. Verso la metà del 1979, frequentando il locale ristorante «Le Lampare», di proprietà del Sig. A. T. che rifornivo di frutta possedendo un magazzino all’ingrosso, ebbi modo di conoscere alcuni giocatori di calcio, tra i quali in particolare Giuseppe WILSON, Lionello MANFREDONIA, Bruno GIORDANO, Massimo CACCIATORI.
Intervennero gradualmente, con costoro, dei rapporti di amicizia, alimentati dal mio interesse per il calcio e per le scommesse clandestine e non che ruotano intorno al mondo del pallone. I quattro giocatori, in proposito, mi dissero chiaramente che era possibile «truccare» i risultati delle partite, con il che, ovviamente, scommettendo nel sicuro. Mi precisarono, a titolo di esempio, che era scontato il risultato della partita PALERMO-LAZIO (amichevole) verificatasi, mi pare, nel mese di ottobre 1979 attraverso l’intervento dì Guido MAGHERINI, giocatore del PALERMO.
Accettai l’idea e decisi di intraprendere una serie di attività di gioco d’accordo con i suddetti giocatori e gli altri che a volta a volta, come mi si disse, si sarebbero dichiarati disponibili. Iniziò così, per me, una vera e propria odissea che mi ha praticamente ridotto sul lastrico ed esposto ad una serie preoccupante di intimidazioni e minacce.
Come ho già detto, tutta la vicenda è costellata di tali e tanti episodi dettagliati che, in questa sede, mi limiterò ad illustrarne alcuni, riconfermandomi a disposizione della S.V. Ill.ma per tutto il resto. Successivamente, ad esempio, alla partita PALERMO-LAZIO accennata, presi contatti con il MAGHERINI per combinare il risultato della partita TARANTO-PALERMO prevista per il 9-12-1979. In proposito il MAGHERINI organizzò il pareggio delle due squadre a patto che io giocassi sul risultato, nel suo interesse, 10.000.000 e altri 10.000.000 consegnassi a ROSSI Renzo e QUADRI Giovanni del TARANTO.
Contrariamente ai patti, vinse il PALERMO. Il MAGHERINI, a tal punto, avrebbe dovuto rifondermi i 10.000.000 giocati per lui ed i 10.000.000 consegnati ai giocatori del TARANTO, ma si rifiutò. Inoltre in seguito al mancato rispetto degli accordi ho perduto, insieme ad altri scommettitori che meglio preciserò in prosieguo, L. 160.000.000 presso svariati allibratori clandestini.
A seguito delle mie rimostranze, il MAGHERINI mi promise il risultato certo della partita LANEROSSI VICENZA-LECCE. Nella stessa occasione egli combinò, d’accordo con i citati giocatori della LAZIO il risultato MILAN-LAZIO (entrambe le partite ebbero luogo il 6-1-1980). Per quanto riguarda la Partita LANEROSSI VICENZA-LECCE il MAGHERINI mi mise in contatto con Claudio MERLO giocatore del LECCE, il quale ricevette da me un assegno di L. 30.000.000 assicurando la sconfitta della sua squadra. Per quanto riguarda l’altra partita MILAN-LAZIO i giocatori biancazzurri GIORDANO, WILSON, MANFREDONIA e CACCIATORI si accordarono con Enrico ALBERTOSI del MILAN affinché si verificasse la vittoria di quest’ultima squadra. Per quest’ultima partita consegnai tre assegni da 15.000.000 e due da 10.000.000 a GIORDANO, WILSON, MANFREDONIA, VIOLA e GARLASCHELLI, affidandoli materialmente a MANFREDONIA. Ulteriore assegno di L. 15.000.000 consegnai a CACCIATORI Massimo (Lazio) il quale provvide ad incassarlo intestandolo a certo sig. Orazio SCALA.
Il Milan, da parte sua, contribuì alla «combine» con l’invio di L. 20.000.000 liquidi che mi portò a Roma, nel mio magazzino di Via (omissis) il giocatore di tale squadra Giorgio MORINI, due giorni dopo il rispettato esito dell’incon-tro. In conseguenza nei citati accordi, ed in cambio del loro contributo, WILSON, MANFREDONIA, GIORDANO e CACCIATORI mi chiesero di puntare per loro 20.000.000 sulla sconfitta della LAZIO. La vincita di lire 80.000.000 d’accordo con i quattro anziché consegnarglieli avrei dovuto usarli per pagare i giocatori dell’AVELLINO (Cesare CATTANEO, Salvatore DI SOMMA, Stefano PELLEGRINI) i quali avrebbero dovuto perdere contro la LAZIO la settimana successiva.
Io ed altri scommettitori, in base agli accordi di cui sopra, abbiamo scommesso per «l’accoppiata» costituita dai due risultati concordati, circa 200.000.000 di lire: cifra perduta per il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla squa-dra leccese la quale ha pareggiato 1-1. Tutto quanto sopra, costituisce una esemplificazione di come si svolgessero i moltissimi episodi di cui è costellata questa storia, che, come più volte precisato illustrerò in prosieguo, nei dettagli, alla S.V. Ill.ma.
Desidero peraltro precisare che le squadre coinvolte in questa storia sono anche l’AVELLINO, il GENOA, il BOLOGNA, la JUVENTUS, il PERUGIA, il NAPOLI. Ciò nel senso che i relativi giocatori o meglio alcuni di essi come Carlo PETRINI (Bologna), Giuseppe SAVOLDI (Bologna), PARIS (Bologna), ZINETTI (Bologna), DOSSENA (Bologna), COLOMBA (Bologna), AGOSTINELLI e DAMIANI (Napoli), Paolo ROSSI e DELLA MARTIRA e CASARSA (Perugia), GIRARDI (Genoa) ed altri hanno partecipato agli incontri truccati percependo denaro o richiedendo, in cambio dei loro favori, forti puntate nel loro interesse.
Ho invece perduto, insieme ad altri scommettitori, centinaia e centinaia di milioni per scommesse perdute in seguito al mancato rispetto di precisi e retribuiti accordi da parte di giocatori. Preciso ancora che molti allibratori clandestini i quali a seguito delle recenti notizie giornalistiche hanno capito di avermi talora pagato vincite in ordine a risultati precostituiti, hanno preteso con gravi minacce la restituzione di circa 300.000.000 (da me ed altri scommettitori) trattenendo peraltro, ovviamente, le ben più ingenti somme perdute in seguito ai non rispettati accordi di cui sopra.
Sono ormai completamente rovinato eppure vivo ancora nel terrore di minacce e rappresaglie.
Nel confermarmi a completa disposizione della S. V. Ill.ma e riservandomi di depositare la documentazione in mìo possesso, precisare nomi di testimoni e tutte quelle circostanze che la S. V. medesima riterrà utili, porgo deferenti ossequi.
Roma, 1 marzo 1980



Lo scandalo “calcio scommesse” riesploso con il simpatico appellativo di Calciopoli nel 2011, non è purtroppo un inedito nella storia del calcio italiano.
Costituisce più che altro, un classico remake di vicende clamorose che, negli anni ’80, cambiarono, una volta per tutte, l’immagine dello sport più amato dagli Italiani, quelli, per intenderci, che aspettavano la domenica sera per vedere i resoconti filmati della propria squadra del cuore e che domenica 23 marzo, invece, videro le immagini dei più famosi calciatori dell’epoca in manette.
Era esploso, con inaudita ferocia e un incredibile intreccio di combine(non sempre riuscite), il primo calcio scommesse coinvolgendo squadre di serie A, B e C, e rendendo il calcio italiano più simile ad una farsa.
Non tutti i risultati precedentemente concordati si erano, però, verificati. Ciò aveva fatto perdere ad un commerciante all’ingrosso di ortofrutta, appassionato di scommesse sportive, alcune centinaia di milioni, e per questo motivo aveva presentato un esposto alla procura della Repubblica di Roma, sostenendo di essere stato truffato.
Massimo Cruciani, tramite Alvaro Trinca, proprietario di un ristorante di cui era fornitore di prodotti orto frutticoli, era venuto a contatto con alcuni giocatori della Lazio, frequentatori del ristorante che lo avevano indotto a scommettere su alcune partite di serie A, che, secondo i giocatori laziali, erano state combinate.
In seguito alla denuncia di Cruciani, il 23 marzo la magistratura effettua una serie di arresti sui campi da gioco, alla fine degli incontri. Le manette scattano per Massimo Cacciatori, Bruno Giordano, Lionello Manfredonia, Giuseppe Wilson della Lazio, Stefano Pellegrini dell’Avellino, Sergio Girardi del Genoa, Claudio Merlo del Lecce, Enrico Albertosi e Giorgio Morini del Milan, Mauro della Martira e Luciano Zecchini del Perugia.
Altri giocatori, invece, ricevono ordini di comparizione come: Paolo Rossi del Perugia, Giuseppe Dossena e Giuseppe Savoldi del Bologna, Oscar Damiani del Napoli.
Il 23 dicembre 1980, tutti gli indagati vennero prosciolti, perché, al tempo, il fatto non costituiva reato. Provata però l’accusa di illecito sportivo, vennero però presi provvedimenti in ambito calcistico.
Si trattò di un vero e proprio terremoto sportivo, in virtù del quale si sanciva la retrocessione in serie B della Lazio e del Milan, mentre per l’Avellino, il Bologna ed il Perugia furono previsti 5 punti di penalizzazione da scontare in campionato.
La federazione introdusse pesanti squalifiche per i giocatori protagonisti dello scandalo delle partite combinate che aveva messo in cattiva luce, a livello internazionale, il nostro calcio.
E così: Enrico Albertosi fu squalificato per 4 anni, i laziali Giordano e Manfredonia per 3 anni e 6 mesi mentre Paolo Rossi fu squalificato per 2 anni. Assolti invece i giocatori Agostinelli, Antognoni e Pellegrini, mentre veniva radiato l’allora presidente del Milan Felice Colombo.
Due anni dopo, grazie anche all’insperato trionfo azzurro ai campionati del mondo in Spagna, per merito dei goal di un Paolo Rossi appena rientrato dai due anni di squalifica, la Federazione Italiana Gioco Calcio varò una sorta di amnistia, in virtù della quale vennero condonati due anni di sospensione ai giocatori squalificati.
Il mondo del calcio italiano, però, non trasse insegnamento da questa vergognosa vicenda e, ricadde in tentazione.
Appena sei anni dopo, è doppietta scandalo.
Tutto (ri)comincia da un’inchiesta relativa ad un giro di scommesse clandestine inerenti alcune partite di calcio dei campionati professionistici nelle stagioni sportive 1984-1985 e 1985-1986.
Il 2 maggio del 1986 Armando Carbone, braccio destro di Italo Allodi e allora dirigente del Napoli, si costituisce.
Confessa dell’esistenza di un grosso giro di scommesse avente ad oggetto alcune partite di calcio, nei campionati professionisti, dalla Serie A fino alla Serie C 2 (oggi denominata con l’appellativo di Lega Pro 2).
Dichiarò, inoltre, di svolgere la difficile attività di combinatore di eventi calcistici, corrompendo giocatori e arbitri.
Carbone non fu l’unico esponente del mondo del calcio a confessare l’esistenza di partite combinate. Ad aggiungersi alla sua voce fu Maraschin, allora presidente del Lane Rossi Vicenza, il quale confessò di aver versato 120 milioni per garantirsi la vittoria contro l’Asti e nello spareggio con il Piacenza (che aveva consentito ai veneti l’approdo in serie B).
Il presidente del Vicenza si dichiarò estraneo a qualsiasi episodio inerente il campionato cadetto. Soprattutto per gli incontri disputati con il Monza e con il Perugia, intercettazioni telefoniche però, sembravano dimostrare il contrario.
Il secondo scandalo del calcio scommesse dell’’86, avvenne in una fase particolare del calcio italiano: i Mondiali (ai quali l’Italia che partecipava da campione del mondo uscente venne eliminata agli ottavi di finale dalla Francia).
Questi avvenimenti portarono Federico Sordillo, presidente della FIGC, a rassegnare le proprie dimissioni: la Federazione venne commissariata.
Alla procura federale della FIGC, vennero deferite, in serie A, il Bari, il Napoli e l’Udinese; in serie B, Brescia, Cagliari, Empoli, Lazio, Monza, Palermo, Perugia, Sambenedettese Triestina, Vicenza.
In serie A l’Udinese fu penalizzata di 9 punti, che scontò nel campionato seguente e se il suo general manager Tito Corsi ebbe cinque anni di squalifica con proposta di radiazione, il dirigente del Napoli Italo Allodi, invece, fu assolto.
In serie B la Lazio fu penalizzata di ben 9 punti che, nel campionato successivo, le fecero sfiorare la serie C evitata unicamente dalla vittoria agli spareggi contro Taranto ( salvo) Campobasso ( retrocesso) per l’ultimo posto disponibile.
Il Cagliari retrocesse in Serie C1 ma tale regressione non era sicuramente da imputare alla penalizzazione inflitta che tra l’altro, non influì negativamente nemmeno sulla stagione sportiva del Cavese (2 punti) e del Foggia (5 punti).









Casemiro, il sogno venuto dal Brasile

                                                            foto ansa
Carlos Henrique Casemiro, centrocampista del Sao Paolo (Brasile), nato il 2 febbraio 1992, che a dire di Franco Baldini sarebbe il "nuovo Emerson" ed è uno dei maggiori obiettivi di mercato della Roma. 

Sicuramente le parole di Baldini sono molto più affidabili di quelle del sottoscritto, anzi, ammetto apertamente di non conoscere il calciatore. Quando il suo nome è stato accostato alla Roma mi sono messo subito a fare delle ricerche su Internet; troppo grande la curiosità di capire che tipo di giocatore sarebbe in procinto di vestire la maglia giallorossa.

Ad essere sinceri quello che ho visto non mi è dispiaciuto.

L'accostamento fatto da Baldini c'è tutto: Casemiro, cosi come Emerson, è un centrocampista "tosto" con fisico possente (184cm x 80kg), ottima tecnica, palla incollata al piede ed una vera diga a centrocampo. Cosi come "Er Puma", anche Casemiro è pericoloso sui calci d'angolo visto che il suo colpo di testa non ha nulla da invidiare ai centravanti di ruolo. Da quel poco che ho potuto notare, il brasiliano sarebbe un ottimo rinforzo al centrocampo della Roma già da considerare, a mio parere, il più forte della Serie A. Sarebbe un sogno per i romanisti vedere Pjanic-Gago-De Rossi e Casemiro in campo, senza dimenticare Lamela trequartista e Osvaldo-Totti a buttarla dentro.

Gli addetti ai lavori lo definiscono "centrocampista completo" quindi potrebbe essere utilizzato soprattutto sulla fascia, dove la Roma in emergenza ha dovuto utilizzare giocatori fuori ruolo come Perrotta, oppure è stata costretta a rispolverare gente come Rosi e Taddei che non sono certo dei "Top-Player", anche se a dire il vero non hanno finora sfigurato.

Ha iniziato la sua carriera da professionista nel 2010 con il Sao Paolo (Brasile) dove ha realizzato 57 presenze ed 8 gol. Praticamente titolare in campo dalla seconda stagione e questo sta a dimostrare che il talento è fuori discussione: non si diventa titolare a soli 19 anni in uno dei club più prestigiosi del calcio brasiliano.


Noi romanisti lo attendiamo a braccia aperte, ma dobbiamo fare attenzione alla solita Inter che da qualche anno ha l'abitudine di inserirsi nelle trattative giallorosse già in corso (vedi Ricky Alvarez).

                                                         Il video di Casemiro da Youtube

venerdì 30 dicembre 2011

Juventus, c'eravamo tanto odiati



C'era una volta la grande rivalità tra Roma e Juventus; dal gol "fantasma" annullato a Turone che probabilmente costò alla Roma un meritato scudetto, al rigore "inventato" ai danni di Dellas, al rigore "clamorosamente" non visto su Gautieri, ai gol in fuorigioco di Del Piero e Cannavaro, agli attacchi di Moggi & GEA contro il presidentissimo Sensi (che non voleva cedere allo strapotere delinquenziale dell'ex Capostazione di Civitavecchia), alle guerre di mercato senza esclusioni di colpi (Samuel, Borriello e Cassano soffiati alla Juventus in extremis, lo sgarbo di Legrottaglie, Thomas Haessler "dirottato" a Torino, Boniek e lo strapotere politico della famiglia Agnelli, il voltafaccia di Emerson, la fuga notturna di Capello....) a tutto quell'odio che si respirava ogni qualvolta che la Juventus scendeva in campo all'Olimpico (quello vero, di Roma).

Tutto questo non c'è più e per chi non lo avesse ancora capito anche dopo il "regalo" di quest'estate di Mirko Vucinic ai bianconeri (venduto ad un prezzo generoso, almeno 4-5 milioni di Euro in meno del giusto valore di mercato), basta analizzare gli accordi delle ultime ore che vedrà forse già da domani Marco Borriello e David Pizarro in maglia bianconera. Si parla di prestito oneroso per l'attaccante (almeno 1,5 milioni di Euro alla Roma, più il risparmio sullo stipendio fino a giugno), cosi per il centrocampista cileno che andrebbe a ricoprire il ruolo di vice Pirlo.

Un aiuto importante per i bianconeri in pieno lotta per lo scudetto: una cosa impensabile fino a qualche anno fa.

Come ho già citato nei post precedenti, non ci sarà alcun rancore da parte  romanista per la partenza dei due calciatori che, oramai quasi trentenni, avevano pochissime possibilità di trovare spazio nella nuova Roma "Made in U.S.A.".

Questo improvviso "amore" sbocciato tra le due società potrebbe portare ad un'altra sorpresa importante: il trasferimento alla Roma di Quagliarella. L'ex Udinese è stato declassato a panchinaro di lusso e difficilmente potrà togliere il posto ai due "intoccabili" Matri-Vucinic. L'attaccante napoletano rischierebbe seriamente di vedere le partite dalla tribuna se dovesse arrivare Borriello: non credo che l'ex milanista accetterebbe di cambiare squadra, senza ottenere almeno la garanzia di essere parte del progetto e di partire alla pari con gli altri attaccanti titolari. Tra Borriello e Quagliarella uno sarebbe di troppo. Quindi, non è da escludere un possibile scambio di prestito tra le due società e Quagliarella sarebbe un'opzione molto gradita a Luis Enrique, viste le caratteristiche del giocatore che rispecchiano esattamente i requisiti richiesti dal tecnico spagnolo: attaccante di movimento che può ricoprire più ruoli, grande tecnica e velocità.


martedì 20 dicembre 2011

Pizarro: la fine di un amore.

                                                  foto Getty Images da calciomercato.it


Simplicio in, Pizarro out? Sono queste le sensazioni che giungono da Trigoria. Il brasiliano sempre più convincente, potrebbe rappresentare a centrocampo proprio l'arma in più per Luis Enrique. Non sarà certo un top-player, ma la sua affidabilità ogni volta che viene chiamato in campo è a prova di bomba; sia con Ranieri, che adesso con lo spagnolo: mai una lamentela, sempre sorridente, umile, mai una parola fuori posto, comportamento da vero professionista. Lui e Taddei sono le sorprese più liete per il tecnico asturiano. Due giocatori ritrovati, due grandi professionisti.

Praticamente l'opposto di Pizarro, che per 4 anni è stato un giocatore inamovibile e fondamentale con Spalletti, tanto da volerselo portare in Russia al termine della sua esperienza giallorossa. Dopo una stagione esaltante con Ranieri, qualcosa all'improvviso si è rotto, probabilmente colpa di un infortunio che lo ha allontanato troppo dai campi di gioco. Già permaloso e diffidente per natura, l'ex Udinese non ha mai digerito la panchina, arrivando fino al rifiuto totale (esemplare il mancato rientro in Italia, perché voleva curarsi da solo in Cile contro il parere dello staff medico della Roma).  Ma quello che ha praticamente sancito la fine di un amore con i suoi tifosi, è stato il ritorno in campo 4 giorni dopo l'esonero di Ranieri, con una prestazione esaltante; questo comportamento è stato decifrato dai tifosi come una guerra privata del cileno, anteponendo le questioni personali a quelli della squadra che era in piena lotta per un posto in Champions League.

Un comportamento che un romanista vero non potrà mai tollerare e difficilmente dimenticare. Per noi lupacchiotti chi indossa la maglia della Roma deve vivere soltanto per quella. Non esiste che un professionista strapagato possa soltanto immaginare di non volersi accomodare in panchina o non scendere in campo, anche per soli 2 minuti, anteponendo motivi personali a quelli della "maglia". Per il bene della Roma si fa questo ed altro: a chi non sta bene, quella è la porta.

Voci parlano di un forte interessamento del Palermo (oltre che alla Fiorentina). Conoscendo quel poco il giocatore bisogna andarci molto cauti, perché proprio per via di quella sua "testardaggine" il cileno sarebbe in grado di rifiutare qualsiasi proposta, rimanendo a Trigoria a discapito dei santi. Quindi niente forzature. Però va detto che a Palermo potrebbe ritrovare quella serenità che il giocatore aveva dai tempi di Spalletti: una città calda, un posto da titolare garantito...; non è da scartare l'ipotesi di inserire qualche giocatore interessante nella trattativa, anche se fare affari con Zamparini è tutt'altro che facile.

Comunque vada, sarà la fine di un amore... senza rimpianti e amici come prima.

lunedì 19 dicembre 2011

Le battute del dopo partita

Sebino Nela, ex bandiera giallorossa: "La dedica di Totti conferma che il gruppo è stato sempre con Luis Enrique"
fonte da Mediaset Premium

Cesari, ex arbitro professionista: "Totti andava espulso, perchè doveva essere ammonito prima del brutto fallo su Zuniga. Il primo gol annullato a Cavani era regolare." 
fonte 'A tutto campo' su Radio IES

Eddy Reya, tecnico della Ladsie: "Luis Enrique è un grande, ha la sua idea deve continuare a perseguirla. E devo fargli i complimenti. Mi sembra che abbia corretto qualcosa, ha più equilibrio"
fonte Sky Sport
 
Francesco Totti: "Dobbiamo giocare sempre cosi. Fare 3 gol al Napoli non è facile. Abbiamo dimostrato di essere una grande squadra." 
fonte Sky Sport

Gilmar Rinaldi, procuratore di Simplicio: "Ho sentito Fabio e gli ho fatto i complimenti per la prestazione. Mi ha detto di essere molto contento per il gol e la vittoria della Roma. E’ felice, soprattutto, per aver dimostrato di farsi trovare sempre pronto e di non aver mai mollato neanche nei momenti in cui non giocava. Lui non si muoverà da Roma".
fonte Il Romanista.it

Napoli vs Roma 1-3: la nuova riscossa di Luis Enrique

(foto larepubblica.it)


Lo ha definito il suo momento più bello da quando allena la Roma, ma stranamente proprio quando la squadra si dimostra nel gioco più italiana che mai, come è già accaduto contro la Juventus:  
carattere, cinica e spietata. 


Si rivedono i due difensori centrali di ruolo (Heinze e Juan), i soliti due esterni (Rosi e Taddei) ma questa volta senza l'esasperazione di dover spingere in continuazione, molto più collaborativi in difesa e   pronti a creare la superiorità a centrocampo affiancando i quattro centrocampisti ben assortiti (De Rossi-Greco-Simplicio-Lamela), in attacco Totti e Osvaldo. Importante anche la mentalità del reparto offensivo che, insieme a Lamela, inseguivano ovunque i difensori avversari. Lodevole.

Evitando quel  tic-toc di inizio stagione, finalmente siamo riusciti a vedere anche qualche lancio in verticale: senza alcun dubbio una Roma che piace e si posiziona in una classifica più adeguata. Questa squadra sembra lontanissima da quella intravista contro la Fiorentina (tanto fumo e pochissimo arrosto). Da allora la metamorfosi: due grandi prestazioni, contro due grandi squadre.


Un elogio a Simplicio: cosi come Ranieri, anche con Luis Enrique il brasiliano si è fatto sempre trovare pronto. La sua è stata una partita perfetta: errori zero e gol vittoria.
E' curioso ricordare che se anche siamo a metà Dicembre ed il nostro Capitano ancora non ha buttato una sola volta la palla in rete (mai cosi male dal 1994), con Totti in campo la Roma ha perso una sola volta su sei. Casualità?

Adesso avanti cosi. Mercoledi si va a Bologna per la partita di recupero. Nulla è perso e possiamo ancora dire la nostra in questo campionato, che comunque resta mediocre. Forse ci sarà un turn-over (Bojan al posto di Lamela, Gago al posto di Simplicio), ma non si dovrà cambiare l'approccio alla gara: carattere, cinici e spietati.

Migliori in campo:
Lamela 7,5
Juan 7,5
Totti 7
Simplicio 7

domenica 18 dicembre 2011

Un Borriello che va, Un Nilmar che viene?

Almeno di smentite dell'ultima ora, a sentire le dichiarazioni di Orlando Da Hora, agente del centravanti brasiliano, sarà proprio Nilmar il colpo grosso della Roma alla riapertura del mercato di gennaio.

La domanda però è scontata: sarà ancora quel meraviglioso attaccante che ha fatto sognare molti club europei prima di subire quel grave infortunio che lo ha lasciato per molto tempo fuori dal campo di gioco?  I tifosi della Roma temono di ritrovarsi a Trigoria un'altro caso Baptista, Cicinho o Adriano: grandi nomi, piccoli risultati.

Nilmar Honorato Da Silva è nato il 14 luglio 1984, quindi non si tratterebbe di un baby-acquisto ma di un calciatore importante nel pieno della sua maturità.
Esordisce nel 2002, a soli 18 anni, nel massimo campionato brasiliano con la maglia dell'Internacional. Nel 2004 già si parla di lui e l'Olimpique Lione lo porta in Europa a soli 20 anni, ma sarà una stagione deludente.
Rientra in Brasile, dove ci resta per 4 anni (Corinthians e International) prima di essere richiamato in Europa, sponda Villareal dove viene acquistato per 11 milioni di Euro.

Secondo il mio modesto parere, parliamo di un giocatore sopravvalutato, buon calciatore ma non certamente quel Top-Player che tutti i tifosi vorrebbero avere nella loro squadra del cuore. Tecnicamente non è superiore al rimpianto Mirko Vucinic (abbandonato con troppa facilità), cosi come non si è mai distinto per tanti gol (nel Villareal 24 reti in 69 partite). 


martedì 13 dicembre 2011

La Borsa di Trigoria


CESSIONI

Cicinho: cessione al 90% - rientro in Brasile (come già specificato nel post precedente, la sua esperienza nella Roma è arrivata al termine).

Borriello: cessione al 70% - si potrebbe accasare al PSG, Genoa, Milan o Inter (difficilmente terminerà la stagione in giallorosso. Era già stato ceduto nel mercato estivo in quanto non rientrava nei piani di Luis Enrique, ma il centravanti campano voleva giocarsi le sue carte. Poco impiegato, anche perchè incompatibile con il modulo dello spagnolo, Borriello sta valutando le offerte. Preziosi sogna di riportarlo al Genoa, dove giocherebbe titolare. Milan ed Inter devono "rimpiazzare" Eto' e Cassano. Tutto dipende da Tevez: se la cessione al PSG è confermata, allora molto probabilmente a gennaio ci sarà un ritorno di Borriello in rossonero, visti anche i buonissimi rapporti tra le due società).

Pizarro: cessione al 70% - Fiorentina, Napoli, Juventus, Zenit (in società non hanno ancora dimenticato l'atteggiamento "particolare" della scorsa stagione quando il centrocampista cileno non fece rientro in Italia: ufficialmente perchè voleva curarsi nel suo Paese, obbligando cosi la Roma ad inviare anche un proprio medico per una visita fiscale.  I giornali scrivevano di un rapporto burrascoso con Ranieri, passato nel giro di una stagione da pupillo insostituibile a "panchinaro".  Pizarro è il centrocampista-regista ideale per Spalletti, che tentò di portarlo in Russia. La Fiorentina ha già fatto intendere di essere molto interessata all'acquisto ed è la favorita: devono rifondare una squadra e certi della partenza di Montolivo, il cileno sarebbe l'ideale per Delio Rossi. ).

Cassetti: 30% - Fiorentina, Atalanta, andrà a scadenza contratto (non ha trovato molto spazio con Luis Enrique, colpa anche di un infortunio che lo ha tenuto lontano dal campo ma anche la difficoltà di adattarsi nel nuovo modulo di gioco con la difesa a tre. A difesa di Cassetti va anche detto che è difficile adattarsi a fare il difensore centrale dopo che si è costruito un'intera carriera da terzino fluidificante. Ha un solo anno di contratto, e visto il serio infortunio di Burdisso, difficilmente sarà ceduto a gennaio, almeno che a Trigoria non riescono a portare alcune alternative valide).

Juan: 30% - Juventus, Napoli, Fiorentina (il brasiliano è un caso particolare. Le sue qualità sono fuori discussione. Resta un campione che farebbe gola a moltissime squadre. Credo che con ogni altro allenatore sarebbe inamovibile, tranne che con Luis Enrique: messo inspiegabilmente fuori squadra, preferendogli anche Cassetti fuori ruolo. Ha i piedi che richiede il tecnico spagnolo, ma gli manca la velocità. Juan è uno dei migliori difensore al mondo in una difesa schierata a quattro. Per lui vale lo stesso discorso per Cassetti: almeno che non arriva un'offerta importante e/o un degno sostituto, difficilmente lascerà la Roma a gennaio).


Kjaer - 10% (No, non sono impazzito ma faccio molta fatica a vedere un futuro di Kjaer in una difesa a tre di Luis Enrique. Penso che il giocatore sia una scommessa personale del d.s. Sabatini. Si tratta di un classico difensore centrale da difesa a quattro, imbattibile di testa, forte fisicamente, ma non ha ne la velocità e tantomeno la tecnica per poter fare quello che chiede lo spagnolo. Si è già fatto sorprendere molte volte, come il clamoroso  rigore causato nel derby e la dormita a Udine contro Di Natale. Kjaer molto probabilmente sarà confermato fino a luglio 2012, ma se Luis Enrique resterà allenatore della Roma anche nella prossima stagione, sarà molto difficile che il danese resti  in giallorosso)


Osvaldo - 10% (Anche in questo caso non penso di aver sbattuto la testa contro un muro per considerare Osvaldo un uomo mercato. Il centravanti è sicuramente un giocatore che piace molto allo spagnolo. Titolare inamovibile, preferito ai più quotati Bojan e Borriello, ma il suo carattere irascibile gli sta giocando un brutto scherzo. Prima lo "schiaffo" a Lamela, la multa e l'esclusione a Firenze, ed infine l'insofferenza mostrata lunedi sera al momento della sua sostituzione, mandando a quel paese il vice di Luis Enrique, fa di lui un potenziale candidato in uscita al prossimo mercato estivo 2012. Quindi, tutto dipenderà da lui: padrone del proprio destino.)

Infermeria





Pjanic: la risonanza magnetica da esito negativo. Un giorno di riposo o forse due per il bosniaco e tornerà a disposizione di Luis Enrique già dalla prossima sfida contro il Napoli.

Gago: distorsione al ginocchio dopo la debacle di Firenze dove, tra l'altro, era stato espulso per somma di ammonizioni. Scongiurata l'operazione, i medici giallorossi tenteranno la difficile impresa di recuperarlo per la gara contro il Napoli.

Cicinho, senza rimpianti

Chi non si ricorda l'estate del 2007? Oltre 600 persone ad attenderlo a Fiumicino; accolto come un principe, come soltanto i tifosi romanisti sanno fare. Tanto calore ed entusiasmo: Cicinho, il top-player che i tifosi aspettavano. Non interessava se veniva da una stagione non esaltante, si trattava comunque sempre di un giocatore del Real Madrid.

I tifosi della "Magica" speravano tanto di rivedere quel Cicinho della Confederation Cup vinta con il Brasile, dove aveva fatto vedere cose stupefacenti: doveva essere l'erede naturale di Roberto Carlos, il fluidificante capace anche di segnare gol pesanti.

Niente di tutto ciò. Non è mai riuscito a dimostrare il suo valore: ceduto in prestito in Brasile, nel tentativo di recuperarlo, ma anche li è finito presto fuori rosa. Forte di un contratto economico importante, la Roma non è mai riuscita a trovargli un altra sistemazione definitiva. Perseguitato ma molti infortuni, pare che la sua esperienza nella capitale sia giunta al capolinea.

Lui per prima pensava che con Luis Enrique poteva andare meglio, viste anche le sue doti di difensore offensivo e piedi da centrocampista, qualità richieste proprio dal tecnico spagnolo.

Ma non c'è stato nulla da fare. Lo ha dichiarato lui stesso in questi giorni ai giornalisti brasiliani: vuole andare via e desidera rientrare in Brasile.

Sarà accontentato di sicuro, ma dipende anche da lui: se a gennaio rinuncia agli ultimi mesi di stipendio, può prendere la valigia ed accasarsi dove vuole... senza rimpianti...da entrambe le parti.

La metamorfosi di Luigi Enrico


                             (foto da Il Messaggero)

La Roma termina la serie negativa dopo tre brutte (ed evitabili) sconfitte. Un pareggio meritato contro una Juventus irriducibile che si presenta all'Olimpico da prima della classe ed imbattuta ma che probabilmente non pensava di trovarsi di fronte ad una Roma cosi "gajarda", mai arrendevole, malgrado una rosa fortemente rimaneggiata (non disponibili Gago, Bojan, Juan, Cassetti, Burdisso, Kjaer).

La Roma, cosa molto insolita da quando c'è Luis Enrique, rinuncia al solito "tic-toc" a discapito di un atteggiamento molto più guardingo, probabilmente in considerazione del pressing alto e le ripartenze veloci della Juventus. 

In effetti sembrava più un 4-4-1-1 di vecchia maniera, pronto a trasformarsi in un 4-4-2 in fase offensiva. De Rossi centrale difensivo per mancanza di alternative ha fatto vedere cose stupefacenti, confermandosi ancora una volta un giocatore di bravura mondiale. Heinze accanto ha fatto il resto (a mio parere il migliore in campo). Jose Angel terzino senza sbavature, ma anche senza licenza di spingere, ed un centrocampo formato dal formidabile primavera Viviani, Greco, Pianic, ed il duo Taddei e Lamela sui lati, pronti a spingere (senza mai esagerare), ma anche ha dare man forte alla difesa.

Un Luis Enrique inedito, ma quello che ha fatto rimanere a bocca aperta un pò tutti i tifosi incollati davanti alla tv è stato l'ordine dato ad un fantasista come Pjanic di marcare il suo omologo juventino, ovvero Pirlo, il vero motore della Juventus; colui che inventa e pilota la squadra allenata da Conte.

Pertanto, si può tranquillamente affermare che una Roma fortemente rimaneggiata è stata per 90 minuti all'altezza della Juventus, proprio grazie a questa "formula magica" di mettere il bavaglio a Pirlo; senza le giocate fantasiose dell'ex milanista, i bianconeri sono sati ridimensionati a squadra normale, comunque alla pari di questa Roma imbottita di rincalzi; appunto, per la seconda volta in questa stagione la Roma ha entusiasmato i suoi tifosi (v. Atalanta) e per la seconda volta giocando all'antica, ovvero abbandonando il credo dell'asturiano applicando la logica più classica e vincente del calcio da quando è stato inventato: studiare l'avversario, captare il punto debole e mettere in campo una squadra che trae vantaggio da tutto ciò.


La presunzione di trattare ogni avversario allo stesso modo e di pensare che tutti i giocatori siano ugualmente adattabili ad un modulo di gioco (e non viceversa) non ha mai portato a risultati importanti.


La principale differenza tra le due squadre non sta nella rosa, anzi, sono fortemente convinto che quella della Roma è anche superiore. Un allenatore che può formare il centrocampo della propria squadra avendo nella sua disponibilità giocatori del tipo Gago, Pjanic, De Rossi, Greco, Simplicio, Lamela, Pizarro, Taddei e Perrotta, è da primissimo livello. Una difesa con Juan, Burdisso, Kjaer, Heinze, Cassetti, Rosi e Jose Angel, non è certamente inferiore a Barzagli, Chiellini e Bonucci! Vogliamo parlare di Totti, Osvaldo, Bojan Krcic e Borriello contro Matri-Vucinic-Quagliarella-Giaccherini? Se non è superiore, come minimo siamo alla pari.


La differenza invece sta tutta nella testa dei due allenatori: mentre Conte pratica un calcio più semplice e logico da applicare, senza stravolgere i ruoli in campo, Luis Enrique sembra come il "piccolo chimico": poca chiarezza e sempre a tentare nuovi esperimenti, quasi divertito a sfidare l'abc del calcio. Il tecnico spagnolo deve capire che "i test" si fanno durante il precampionato: a certi livelli, 2 mesi devono essere più che sufficienti per avere le idee chiare su "chi deve giocare e dove"! In campionato ci possono essere dei ritocchi, tanto per aggiustare "la macchina in corsa": ma non si possono cambiare 14 formazioni in 14 partite!

Inoltre, la partita di ieri ha confermato un'altra verità: Francesco Totti, malgrado il rigore sbagliato del possibile 2-1, resta una pedina fondamentale in questa Roma. La sua presenza si sente, incombe timore agli avversari e allo stesso tempo, cosa importantissima, con lui in campo i suoi compagni si esaltano, li rassicura e si fa carico di tutte le responsabilità.
E poi Taddei, come dice bene il d.s. Sabatini:" Taddei è testimone di un calcio sano, assolutamente professionale, serio. Ha sempre proposto una faccia di sè importante, allenandosi bene, portando allegria senza mai montare polemiche. Ha sempre lavorato duramente. Oggi il risultato è eclatante, la sua una partita poderosa".

I Migliori:
Heinze 8
De Rossi 7,5
Stekelenburg 7

Roma vs Juventus: le battute del dopo partita

Marco Cherubini, giornalista, su Tele Radio Stereo:" De Rossi, ancora una volta ha confermato di essere un giocatore immenso. Non possiamo continuare a chiedere agli attaccanti di fare pressing perchè senza l'aiuto degli altri reparti non si va lontano.

Ugo Trani, giornalista su Rete Sport: "Perrotta non c'entra più niente con questo progetto. Assurdo mettere Pjanic a marcare Pirlo: un compito che spettava proprio a Perrotta. Il bosniaco deve accendere il gioco e non spegnere quello degli altri. Questa non è la Roma di Luis Enrique".

Francesco Rocca, ex bandiera della Roma attualmente osservatore per la Nazionale di Prandelli, intervenuto a Radio IES: "Roma-Juventus è sembrata la sagra del liscio. Se questo spettacolo è bastata, allora va bene cosi... " 

Xavier Jacobelli, ex direttore del Corriere dello Sport & Tuttosport, attualmente direttore di Quotidiano.net: "Il pareggio fa bene a tutti e due: la Roma che respira, e la Juventus che ritorna capolista. Roma gagliarda, Juventus irriducibile. - Totti insostituibile e speriamo Luis Enrique lo abbia capito."

Carlo Nesti, giornalista RAI, dal sito Tuttojuve.it: "Il pareggio tra Roma e Juventus è giusto. Ora gli avversari disposti a marcare a uomo Pirlo, per bloccare la manovra di gioco dei bianconeri".

sabato 10 dicembre 2011

Consigli dal mercato: Claudio Pizarro



Claudio Pizarro, nato il 3.10.1978 in Peru, 186 cm, attaccante 33enne che ha ottenuto molto meno in carriera di quanto avrebbe meritato e che ancora oggi dice la sua nel mondo del Calcio.

Pizarro fu acquistato nel 1999 dal Werder Brema dove da 19enne riuscì a realizzare 29 reti in due stagioni, diventando l'uomo mercato più ambito da importanti dirigenti dei club europei; sembrava fatta per il Real Madrid, quando all'improvviso la spuntò il Bayern di Monaco.

Dal 2001 al 2007 al Bayern, con 170 partite e 79 reti, tanti trofei e gol pesanti. Lascia il Bayern per incomprensioni con i dirigenti bavaresi non trovando un accordo economico per il prolungamento del contratto.   

Nel 2007 passa al Chelsea, dove non riesce a ripetersi: una stagione deludente con 21 presenze e soli 2 reti. Tanta delusione, soprattutto con la partenza di Mourinho e l'ingaggio di Anelka, capisce che per lui non ci saranno molte possibilità di gioco e cosi rientra in Bundesliga nella squadra che lo aveva lanciato nel mondo del Calcio: il Werder Brema.

La prima stagione in prestito, per poi essere acquistato a titolo definitivo. Dal 2008 ad oggi vanta 86 presenze in Bundesliga e 54 reti. Una media goal incredibile ed in questa stagione ha messo a segno già 12 reti, una in meno del più blasonato Mario Gomez.

Attaccante forte fisicamente, ottimo colpitore di testa, dotato di una buona tecnica, grande esperienza internazionale ed è un calciatore che si sacrifica molto per la squadra.

In Bundesliga ha totalizzato 316 presenze e 153 gol!

Per la Roma sarebbe un ottimo affare e non sarebbe un esborso economico importante vista l'età avanzata: ideale come alternativa in attacco per Osvaldo e Bojan.

L'ombra di Coccia Pelata



Dopo l'umiliante sconfitta di Firenze, la voce che circolava di più era quella di un possibile ritorno di Luciano Spalletti sulla panchina della Roma; a dire il vero, l'altro candidato "caldo" era Carletto "Core de Roma" Ancelotti. 

Notizia altresì pubblicata qui su giallorossizzando, con la quale si è cercato di spiegare che tra i due, il più papabile era sicuramente il tecnico toscano.

Misterioso anche l'atteggiamento di Franco Baldini, che dopo la gara non ha fatto rientro in treno insieme alla squadra. Dove mai sarà andato?

Le motivazioni sul perché di questi "rumors" sono note a tutti: Spalletti è legatissimo alla città, dove ha vissuto un'importante esperienza, sia dal punto di vista sportivo che privato. Il tecnico toscano ha lasciato un ottimo ricordo tra la gente, ed ha un grande feeling con l'attuale Direttore Generale Franco Baldini. Ma la questione che colloca Luciano Spalletti al primo posto tra gli eventuali candidati per il dopo Luis Enrique è senza alcun dubbio la sua filosofia di gioco, che si avvicina più di tutti al progetto sportivo tanto voluto dai nuovi proprietari di Boston (calcio spumeggiante e la capacità di gestire giocatori giovani di talento).

Le smentite di Spalletti, personalmente, non mi hanno mai convinto. Si tratta di un atto dovuto, anche perché in questi casi ci sono tanti, troppi interessi da entrambe le parti; ovvero, prima Luis Enrique andrebbe esonerato e dopo Luciano Spalletti dovrebbe ottenere "il via libera" dallo Zenit per potersi accasare da un altra parte. 

Se per liberare la panchina della Roma basta una semplice raccomandata indirizzata al tecnico asturiano, non è invece cosi semplice  ingaggiare Spalletti; per questo è necessario intavolare una trattativa con i dirigenti dello Zenit, che a loro volta dovrebbero "rinunciare" al loro attuale tecnico. Queste situazioni non si possono risolvere in 24 ore.

A parte lo stipendio importante che percepisce in Russia, non è un mistero che San Pietroburgo, per quanto interessante, nel cuore di Spalletti non potrà mai sostituire la bellezza di Roma Caput Mundi, e tantomeno il campionato russo potrà mai competere con quello della Serie A.

Mentre l'ex allenatore del Chelsea da settimane insiste nel ripetere lo stesso ritornello: "Roma si, forse un giorno, ma non ora", Luciano Spalletti  dopo aver gelato pochi giorni fa i tifosi della "Magica" dai microfoni di Sky Sport, manifestando la sua volontà di rimanere in Russia, a sorpresa smentisce se stesso lanciando un ultimatum alla società russa: per continuare il suo lavoro vuole almeno due grandi giocatori, altrimenti dovrà dare le dimissioni! 

Più chiaro di cosi? La nuova dirigenza giallorossa sta lavorando sul nuovo progetto, che dopo Firenze a quanto pare comprende anche "il cambio di allenatore". 

E se la Roma batterà la Juventus?